
“Lo stesso giorno in cui Giorgio V fu incoronato nell’abbazia di Westminster a Londra, Billy Williams scese per la prima volta in miniera ad Aberowen, nel Galles meridionale.”
Con questa frase si apre il primo capitolo della trilogia di Ken Follet: The Century Trilogy.
Era il 22 giugno 1911, e Billy compiva tredici anni. Un ragazzo sveglio, figlio di un delegato sindacale della Federazione dei minatori del Galles meridionale; il più forte sindacato britannico. La sorella, Ethel Williams, lavora invece come governante a Ty Gwin, residenza del conte Fitzherbert e di sua moglie Bea, una nobildonna russa.
“Il conte Fitzherbert, ventotto anni, noto a parenti e amici come “Fitz”, era il nono uomo più ricco della Gran Bretagna. Non aveva fatto nulla per guadagnarsi quell’enorme patrimonio: aveva semplicemente ereditato migliaia di ettari di terra in Galles e nello Yorkshire.”
Siamo a Gennaio 1914 quando il conte organizza un ricevimento privato proprio a Ty Gwin per dare modo a Giorgio V di conoscere alcuni personaggi di rilievo. Entrano in scena Maud – sorella di Fitz, femminista e suffragetta con idee molto diverse da quelle del fratello – Walter Von Ulrich – ambasciatore a Londra dell’impero austro-tedesco – e Gus Dewar – diplomatico americano che sogna di lavorare alla Casa Bianca per il presidente. In Russia troviamo, invece, Lev e Gregorij Pesckov: due giovani fratelli, operai in un’officina che produce treni e che sognano di emigrare in America. Cinque famiglie di cinque nazionalità diverse che si ritroveranno legate dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Dai salotti londinesi e le dimore principesche alle miniere di carbone ed i campi di battaglia, Ken Follet ci accompagna attraverso un arco di tempo che va dal 1911 al 1924 partendo, appunto, dai motivi che hanno spinto i vari Stati ad entrare in guerra fino alla rivoluzione bolscevica in Russia, finendo con un breve, inquietante accenno ai primi movimenti di Adolf Hitler.
I protagonisti partecipano agli eventi assieme ai grandi nomi della storia tra realtà e fantasia. Dice lo scrittore:
“La mia regola è: o la scena è avvenuta davvero o potrebbe essere avvenuta; o quelle parole sono state pronunciate o potrebbero esserlo state. E se scopro qualche ragione per cui la scena non sarebbe potuta avvenire nella realtà, o quelle parole non avrebbero mai potuto essere dette – se, per esempio, il personaggio storico in quel particolare momento si trovava in un altro paese -, allora elimino tutto.”
Ken Follet
La narrazione è fluida ed essenziale; i protagonisti a volte sono poco analizzati nel profondo ma, forse, perchè la vera protagonista è la guerra con le sue devastanti conseguenze. Un romanzo che, seppure supera le mille pagine, risulta facile e veloce da leggere. Consigliato a chi, come me, ama la storia ma si annoia nello scorrere asettici elenchi di date ed eventi.
Curiosa di leggere i successivi!
Sara J.